28 Oct 2011 - Bimbi Viaggi
Non c’è nulla da fare: quando si diventa papà, le cose cambiano. Fra i vari cambiamenti, capita che quando si parte per un viaggio, si senta una velata ansia.
Mentre prima i voli erano affrontati con scioltezza, il pensiero dell’ultimo saluto dato prima di partire torna spesso alla menta, come un’inquietudine di sottofondo.
Ma il vero cambiamento è il persistente stato di sorriso deficiente (quasi commosso) quando in aeroporto incroci bimbi e famiglie in viaggio.
Nei ricordi dei viaggi precedenti al lieto evento, i bimbi venivano notati solo se ti trovavi accanto una piccola peste che piangeva per tutto il volo.
Ora un neonato in braccio che ti sorride, o un bimbo di due anni che corre fra le gambe dei genitori in attesa all’imbarco ha un effetto immediato.
Insomma: noto bimbi da tutte le parti, ed un sorriso non può lasciare indifferente un neo-papà!
Negli Stati Uniti poi, i bimbi sono evidentissimi; ho incontrato in aereo una coppia in viaggio con 4 figli: due piccolissimi e due sui 6-7 anni. Degli eroi!