Libano
14 Dec 2006 - Politica

È strano…in meno di due anni siamo passati da avere un milione di persone in piazza contro la Siria in occasione dell’assassinio di Hariri, ad avere un milione di persona in piazza contro Siniora a favore di Hezbollah (amico della Siria).

Direi che gli strateghi Israeliani che credevano che radendo al suolo le infrastrutture, l’economia e le speranze della popolazione libanese avrebbero creato una sollevazione contro la minoranza di Hezbollah, si sono sbagliati. Oggi gran parte del paese è in piazza contro il governo, con slogan anti USA e anti Israele. E questi non sono i fanatici di Hezbollah, ma un popolo esasperato che non da la colpa ad Hezbollah delle bombe che gli sono cadute in testa, ma la da agli Israeliani che le hanno lanciate (che strano…).

Non sono particolarmente pacifista, ma sono fermamente convinto che le guerre non sono mai una soluzione ad un problema. La soluzione alla stabilità del Libano ed alla sicurezza di Israele non potevano essere i bombardamenti, visto che l’eliminazione fisica di Hezbollah e delle armi è impossibile. Israele non poteva vincere perché mancava un obiettivo ed un interlocutore.

Purtroppo il salto indietro dell’economia Libanese di 10 anni renderà la situazione instabile per molto tempo, mentre la così detta “primavera di Beirut” aveva dato la vana speranza di un Libano che tentava di lasciarsi dietro la sua sfortunata storia recente.

Ma se invece di spendere miliardi di dollari in costose bombe per distruggere economie e vite umane, si investisse per far uscire i Libanesi e i Palestinesi dalla povertà e dall’arretratezza, non sarebbe meglio?

Dare acqua, scuole, strade, lavoro ai profughi palestinesi ancora bloccati nei campi in Libano, non li terrebbe più lontani dalla violenza che bombardarli? Come si può parlare di pace a popolazioni che lottano giorno per giorno per la sopravvivenza in un ambiente degradato? Bisogna offrire sviluppo e un alternativa di vita. Oggi l’alternativa al degrado è il martirio, e molti lo accettano pure di non rimanere nella situazione attuale. Perché non offrire qualcosa di meglio del martirio?

Purtroppo i generali sono convinti che le guerre si vincano con le armi: mi sembra che l’Iraq, per restare in tempi recenti, dimostri come la vittoria militare non porti ne pace, ne sviluppo. In certe occasioni la guerra può essere necessaria, ma non è mai la soluzione.