15 Aug 2007 - Mondo Politica
Non sono un Prodiano, ma devo dire che sono assolutamente d’accordo con la sua posizione su Hamas: prima l’occidente ha chiesto a gran voce delle elzioni democratiche: ci sono state con due schieramenti. Le elezioni sono state sostanzialmente regolari e ha vinto Hamas. Noi paladini della democrazia ci stiamo abituando che la democrazia è bella solo se vince chi piace a noi.
Se è inaccettabile un governo di un partito che non riconosce Israele, si decide PRIMA delle elezioni e non lo si fa partecipare o si rimandano le elezioni fino a quando non si raggiunge un accordo. Ma rinnegare il risultato DOPO le elezioni è assurdo e non fa fare bella figura al nostro modo di intendere le democrazie, che sono buone solo se filo-occidentali. Anche in Algeria, quando le elezioni sono state regoalrmente vinte dal partito islamico, è stato fatto un colpo di stato per annullarle e l’occidente ha appoggiato il colpo di stato. Allora: le regole vanno decise prima e poi non si cambia. Se vince il partito sbagliato, si può protestare e dare sanzioni solo DOPO che ha compiuto atti di governo contro le leggi internazionali, non in modo preventivo come è stato fatto con Hamas. Hamas, purtroppo, rappresenta la maggioranza dei Palestinesi. Bisogna lavorare per convincere i Palestinesi che Hamas non è la soluzione. Fare di fatto un colpo di stato ignorando completamente il voto non mi sembra sia la base per una pace duratura fra i Palestinesi stessi e poi gli Israeliani.
Mi sembra che troppo spesso le elezioni sono viste come la pancea di tutti mali, ignorando che certe regole vadano definite chiaramente. Trovo scandaloso che dopo quello che è costato intermini di vite umane e di denaro eliminare i Talebani e creare un nuovo governo democratico in Afghanistan, poi ci ritroviamo un paese la cui costituzione dice che nessuna legge afgana “può essere contraria al credo” islamico. In pratica basta una giudice con troppo zelo religioso e ti saluto i diritti dell’uomo, la libertà di espressione, di culto e così via… tanta fatica per cacciare i Talebani e poi un uomo viene condannato a morte per essersi convertito al Cristianesimo (storia ormai vecchia e dimentica). Certo poi l’hanno graziato dandogli l’infermità mentale, ma intanto le leggi del nuovo Afghanistan lo avevano condannato a morte!
Mi sembra che il comportamento Occidentale (guidato dagli USA principalmente, vista la timidezza Europea) continui a reagire agli eventi del terrorismo senza inquadrare il problema da lontano, inseguendo soluzioni tattiche (oggi aiuto te, armo e finanzi l’altro, chiudo un occhio sulle tue magagne perchè mi dai un a base militare etc…) rischiando poi di trovarsi domani dei nuovi Saddam, ex pedine che poi sfuggono di mano.
Il terrorismo, anzi i terrorsimi visto che lo scenario è tutt’altro che monolitico come troppo spesso le semplificazioni mediatiche indicano, si combatte cambiando i fattori in campo, rimuovendo le ragioni profonde che lo alimentano: nessun paese ha praticamente mai estirpato il terrorismo con la forza bruta. Ci vuole il coraggio di affrontare i problemi, di mettersi in gioco e di togliere la base di cui il terrorismo si alimenta. Rispondere colpo su colpo fa solo il gioco di chi è interessato a giocare alla guerra (uno dei business più importanti del mondo che interessa agli industriali in giacca e cravatta come ai signori della guerra che non sanno fare altro che comandare i loro combattenti) e di coloro che sanno benissimo che in un mondo più pacifico sarebbero degli emarginati mentre nel terrorismo sono potenti e rispettati.
Mi sembra che il passo coraggioso ed impopolare di Prodi sia un tentativo di andare oltre la banale e stupida divisione del mondo in buoni e cattivi. A cosa serve un accordo di pace fra Israele e mezza Palestina se la maggioranza della popolazione sta con Hamas? Ah, la vecchia teoria di far soffrire il più possibile un popolo, affamendolo ed umiliandolo sperando che in questo modo rinneghi i suoi capi eletti e scelga l’altra parte non credo abbia mai funzionato nella storia. Funziona molto meglio lasciar governare in pace qualcuno che poi se non trova le soluzioni non può scaricare la colpa sul boiccottaggio degli altri paesi. Per Saddam 10 anni di embargo non sono serviti a farlo odiare più di quanto non fosse odiato prima. Fidel dopo 40 anni di embrgo USA è sempre lì. In Corea del Nord, pur soffrendo di carestie e di un pesantissimo embargo, di rivolte contro Kim non ce ne sono… diciamocelo: l’embargo ha effetti solo se prima si riesce a creare una middle class che possa protetstare e che abbia abbastanza potere per chiedere un cambiamento. L’embargo su un paese povero è pura crudeltà nei confronti della popolazioni ma con scarsissimi effetti.
A quando qualche statista illuminato che porti nuovi metodi e nuove abitudini? Questo non sarà certo Prodi, ma almeno lui ha lanciato un sasso…bravo Prodi!