05 Sep 2007 - Libri
È un libro strano: si passa da scene di normale adolescenza a ricordi di azioni che potrebbero stare bene in uno film splatter sul Vietnam… invece sono solo i ricordi di un ragazzino della Sierra Leone.
Ci illudiamo che le guerre, le violenze, i crimini contro l’umanità siano compiuti solo da mostri, da persone nate per essere malvagie. Invece Ishmael ci racconta come la vita possa cambiarae da un momento all’altro. Da ragazzino a vittima in fuga, da vittima a soldato, da soldato a carnefice…per poi tornare di nuovo ragazzino.
La forza delle situazioni, il potere e la suggestione del branco sono fortissime e possono plasmare l’uomo in profondità. Quando la certezza soppianta il dubbio, quando il bianco e il nero cancella il grigio, lì si creano i mostri…
Viene da pensare a chi, in un paese pieno di problemi, si è dedicato con forza e convinzione al recupero dei soldati bambini: con quale fede e determinazione hanno fatto il loro lavoro nonostante le difficoltà ed i fallimenti (e come leggerete il pericolo e le botte). Spesso pensando agli eroi si pensa a chi combatte la guerra, a chi si sacrifica in battaglia… queste persone hanno combattuto non per il potere, la libertà, il petrolio… ma per ridare un po’ di infanzia ai bambina transcinati dagli eventi nel mondo della guerra. Non con le armi, ma con il sorriso.
Vale la pena di leggere questo libro, che scorre via velocemente (apparte qualche pugno nello stomaco nei momenti più duri) anche per avere un ritratto fresco e vibrante di una paese lontano che comunque ci può insegnare qualcosa.
Memorie di un soldato bambino – Ishmael Beah – Neri Pozza Edizioni