Guerra al terrorismo
16 Sep 2007 - Mondo Politica

Da una parte abbiamo la strategia “vincente” di Bush, che con il pugno di ferro e centinaia di miliardi di dollari è riuscito a stimolare il terrorismo in tutto il mondo.

Lo scontro frontale fra il bene e il male, la guerra totale ed infinita tanto cara ai think tank neoconservatori americani, non è l’unica la strada.

I paesi del sud est asiatico, silamici e non, sono i più colpiti dal terrorismo (eccetto l’Iraq ovviamente). Fra l’altro i sostenitori dello scontro di civiltà fra Cristiani e Mussulmani dovrebbero spiegarmi perchè la gran parte del terrorismo islamico radicale colpisce altri Mussulmani e molto meno gli occidentali. La mia sensazione è che il terrorismo non rappresenti per nulla uno scontro di civiltà ma solo le mire politiche/ideologiche di un gruppo di persone che sfruttano le frustrazioni e l’ignoranza per arruolare la loro mano d’opera.

In Italia il terrorismo rosso non è stato vinto solo con la forza, ma anche con i pentiti, l’esilio in Francia etc… magari giustizia non è fatta, ma il terrorismo è finito.

E qui vediamo come in Asia hanno scelto un approccio morbido al terrorismo, e sta dando pure dei buoni risultati. Invece di torture, violenze ed illegalità (tipo Abu Grahib o Guatanamo) hanno scelto la rieducazione dei terroristi.

Potete leggere i dettagli qui:

http://www.msnbc.msn.com/id/20226565/site/newsweek/