15 Jan 2008 - Libri
Oltre ad un cambio di genere (saggi, romanzi, classici etc.) provo anche a cambiare continente ogni tanto. Spesso leggo con piacere i libri venduti per strada da immigrati affricani, che spesso raccontano storie locali.
Questa volta invece ho scelto un giovane autore esordiente indiano, Tyrewala, che con questo romanzo regala un flash multiforme sulla vita a Bombay, con tutti i suoi contrasti.
E’ un romanzo senza una storia vera e propria: i personaggi si passano il testimone di raccontare un frammento della loro vita in una delle città più popolose del mondo, con tutti i suoi contrasti fra richezza e povertà, fra tradizioni e modernità, fra religioni islamiche ed indù.
Lo stile è abbastanza asciutto ed i cambi di prospettiva ogni tanto prendono alla sprovvista, ma nonostante il volteggiare per la città attraverso tanti occhi diversi, riesce comunque a non lasciare un senso di incompiuto nelle varie azioni che si susseguono e di cui spesso possiamo solo immaginare il proseguimento, lontano dai nostri occhi che ormai vedono il mondo da una prospettiva diversa: ora di un vecchio, ora di un ragazzo, ora di una donna, ora di un uomo.
Noi la chiamiamo India e la immaginiamo come un tutt’uno, vista dall’Italia. Tyrewala ci aiuta a farci capire la complessità e la richezza di quel paese.
Il formato breve aiuta a finirlo in fretta, a berlo tutto d’un fiato per farsi prendere ancora meglio dalla girandola caleidoscopica dei molti mondi che vediamo.
Altaf Tyrewala, Nessun dio in vista, Feltrinelli, 2007