Alitalia, mon amour…
25 Sep 2008 - Viaggi Economia Politica Alitalia

La vicenda Alitalia, ormai alla conclusione, scatena in me sentimenti contrastanti: per la scandalosa ostinazione di alcuni categorie dei suoi dipendenti nel difendere i propri privilegi, mi piacerebbe che la Alitalia fallisse punto e basta. Mi dispiace per i molti che non hanno privilegi, ed è vero che rinunciare ai privilegi non è mai facile. Ma visto che ci sono milioni di cittadini che pagano i privilegi di pochi, mi sento in diritto di rallegrami se, ha causa dei tentativi di difendere l’indifendibile, Alitalia fallisse.

Poi penso ai tanti dipendenti normali, al bisogno che abbiamo comunque di muoverci, ai miei punti Millemiglia ed ecco che spero nel salvataggio.

Poi penso alla CAI: si compra solo la good company senza debiti, con più taglia rispetto al piano AirFrance ed ottenendo il tutto praticamente gratis. Quasi quasi preferisco il fallimento…la soluzione AirFrance non sarebbe costata nulla ai cittadini, ora invece devo pagare il debito Alitalia per consetire a Passera e Colaninno di fare un po’ di altri soldi.

Si accettano scomesse che appena passa il termine pattuito Alitalia sarà venduta al partner straniero (AirFrance?), tagliata, risanata e con un ricco premio per la CAI. Senza che nessuno restituisca agli Italiani i soldi che ci costerà la bad company ed i super ammortizzatori sociali per i dipendenti Alitalia, che ancora non capisco perchè debbano avere un trattamento diverso da quello dei molti operai ed impiegati che hanno la sventura di essere coinvolti in un fallimento.

Direi che comunque vada, con Alitalia, ho perso. Spero di potermi almeno consolare se i punti MilleMiglia varranno ancora qualcosa nei prossimi mesi.