04 Feb 2009 - Politica
Oggi ho riascoltato la registrazione dal sito del Corriere delle parole incriminate, dopo aver sentito lo steso Di Pietro lamentarsi che la stampa ha manipolato le sue parole per creare un contrasto con Napolitano.
Ascoltate la registrazione..direi che ha ragione Di Pietro: il succo del discorso, molto ovvio, eccetto per i nostri giornalisti (che come sempre dimostrano quanto valgono…poco), e’ che rispettosamente contesta al Quirinale l’aver controfrimato certe leggi (come il Lodo Alfano), dicendo che la rispettosa contestazione del comportamento del Presidente è la cosa giusta da fare in quanto il silenzio e’ mafioso, il silenzio uccide.
Dice semplicemente che anche se contesta in modo rispettoso il Quirinale, non si sente di stare zitto e di evitare critiche per non essere omertoso.
Si puo’ condividere o meno il suo pensiero, ma mi sembra evidente che il selenzio mafioso non e’ attribuito a Napolitano ma a chi, non essendo d’accordo con le scelte del Quirinale, se ne sta zitto.
E questo si capisce in modo molto chiaro nonostante l’arte oratoria di Di Pietro sia quella che è…
Davvero qualcuno da questa registrazione ritiene che il silenzio che uccide sia quello di Napolitano?