Topo Gigio, influenza A e vaccini…
22 Nov 2009 - Società Salute

Mi è capitato di vedere il secondo spot della campagna contro l’influenza di Topo Gigio e mi chiedo: passi pagare una montagna di soldi per avere come testimonial un topolino molto amato dai bambini per spronare i piccoli a lavarsi le mani e seguire i 5 consigli dell’OMS contro la diffusione dell’influenza (qualsiasi influenza). Fra parentesi, i bambini si passano le malattie a scuola e dubito che ci possa essere un via vai al bagno per andarsi a lavare continuamente le mani (apparte le uscite tattiche per saltare le lezioni più noiose)…magari potrebbero seguire i consigli a casa, dove il rischio è praticamente assente rispetto a scuola.

Ma pagare Topo Gigio per invitare a vaccinarsi mi sembra una follia: mi auguro che gli adulti non abbiano bisogno di Topo Gigio, e mi auguro ancora di più di non sentire un bimbo di 8 anni chiedere alla mamma di vaccinarsi perchè lo ha detto la televisione. Insomma…il sospetto che come al solito abbiamo buttato qualoche milionata di euro è abbastanza forte.

Oltretutto il sospetto che la vaccinazione contro l’influenza A sia più che altro un grosso business per le aziende farmaceutiche è molto forte, abbiamo visto a Striscia la Notizia come vengono trattati bene i vaccini durante la distribuzione: già c’è il dubbio che siano efficaci, poi magari non sono nemmeno distribuiti in modo corretto, e per finire i medici, categoria di frontiera nel combattere la pandemia, hanno rifiutato in massa la vaccinazione.

Dubbi, dubbi, dubbi…

Cosa diranno fra un anno? Grazie agli sforzi ed ai centinaia di milioni di euro spesi, i governi hanno scongiurato il pericolo pandemia! Il sistema ha funzionato e anche i prossimi virus potranno essere affrontati in questo modo.

Se invece ci fossero più decessi del previsto diranno: E’ stato fatto uno sforzo enorme, ma non abbastanza: troppi pochi si sono vaccinati, la prossima volta dobbiamo fare di meglio.

Insomma… a ben vedere vincono comunque, e noi paghiamo! Sarebbe interessante vedere come passa l’influenza nei paesi che non hanno investito sui vaccini. In fondo l’unico metro di paragone è il rapporto costo/beneficio: a fronte di 200 milioni spesi in vaccini, quante vite si sarebbero potute salvare puntanto sulla prevenzione, o su una campagna contro l’alcolismo o per una dieta migliore? Duecento milioni sono un sacco di soldi, e temo che sia stato un grade spreco! Ma tanto non lo sapremo mai…