22 Nov 2022 - Ucraina Politica
A che punto siamo in Ucraina?
I tanti sostenitori di Putin che abbiamo qui in Italia sono un po' in depressione: dopo la ritirata da Kiev e poi da Kharkiv, almeno speravano di vedere la bandiera russa ad Odess, e invece ecco che Kherson, l'unica capitale regionale in mano alla Russia, città occupata già a marzo e annessa con il referendum di settembre, è stata lasciata tornare in mano dell'Ucraina, con uno spettacolare ritiro delle truppe russe dietro al fiume.
La pressione dell'Ucraina per riconquistare territorio prima dell'inverno è sempre molto alta. Intanto arrivano sempre più armi sofisticate e la NATO va avanti ad istruire migliaia di soldati Ucraini. Non dimentichiamoci nemmeno che l'Ucraina starà sicuramente lavorando a convertire la propria industria bellica per produrre le armi di cui ha bisogno ora e nei prossimi anni per garantire la propria sicurezza.
Mentre la Russia ogni mese vede diminuire le proprie scorte di armi (il cui stock è difficile da ripianare con le sanzioni in atto), l'Ucraina non può che migliorare la propria preparazione. La dottrina militare russa è molto rigida, gerarchica e si scontra con un livello qualitativo degli equipaggiamenti molto scarso (anche per la corruzione imperante nel paese). L'Ucraina invece ha abbracciato la dottrina della NATO, molto flessibile, che garantisce a chi è sul campo molta autonomia ed è molto ricettiva verso innovazioni e suggerimenti che arrivano da chi è prima linea (per esempio con prodotti e servizi commerciali hanno creato un'app per il tablet che consente di regolare i tiri d'artiglieria in modo molto più rapido e preciso delle procedure russe.
A questo punto che può succedere? L'Ucraina dichiara di voler riconquistare tutto il suo territorio anche se diamo per scontato che alla fine la Crimea resterà Russa, insieme alle repubbliche separatiste che saranno russe o autonome.
A meno di piccole variazioni dubito che ci possa essere una pace con confini molto diversi da quelli del 24 febbraio, ma questo è il punto: non vedo nessuna pace che non possa essere una sconfitta per Putin (anche se la sua propaganda fa miracoli...) e dunque? Una pace defintiva rischia di portare il conto dell'insuccesso a Putin, un punto di equilibrio sul campo con una guerra a bassa intensità (come nel Donbass negli ultimi anni, quando le vittime erano poche decine l'anno, rispetto alle migliaia dei primi anni di guerra) permetterebbe a Putin di cavalcare la storiella del 'nemico esterno' che da sempre è il miglior amico di ogni governo autoritario. Solo in questo modo può restare al potere nei prossimi anni...
Vedremo quel che succede, ai posteri l'ardua sentenza...
P.S. Un primo effetto della controffensiva ucraina degli ultimi mesi è che alla fine Orsini pare sia quasi scomparso dalla scena, con i suoi racconti di quanto era forte la Russia e inutile ogni tentativo di resistere!